Ilaria Bignotti “Luoghi e non luoghi dell’arte” in “Impatto_arte: Luogo + relazioni“, Vanillaedizioni, Albissola Marina (SV), 2008, cit., pp. 55 – 62.

 

Jean Córdova, Architettura / Natura (Agosto , 2006-2007, acrilico su tela, 50 x 50 cm, Collezione Arteingenua, Brescia.

Opera pubblicata in  “Luoghi e non luoghi dell’arte“, in “Impatto_arte: Luogo + relazioni“, Vanillaedizioni, Albissola Marina (SV), 2008, p. 60.

 

Testo critico: Luoghi e non luoghi dell’arte (Mostra collettiva: Brescia, Museo del Piccolo e Grande Miglio del Castello di Brescia), 9 – 25 maggio 2008

 

Stralunati visitatori di paradisi posturbani, vaganti presenze in metropoli ibride, figli di una modernità liquida, gli artisti in questa sezione presentano opere che affrontano l’arte come analisi e risultato del concetto di luogo: utopia-non luogo, deserto-territorio, architettura-natura, continente-arcipelago sono solo alcuni dei binari paralleli sui quali corrono le loro ricerche creative.
Marc Augé, George Perec, Zygmunt Bauman sono autori nominati e ben “dominati” da molti degli artisti selezionati, a testimonianza della loro necessità e volontà di comprendere la realtà del nostro presente. Luoghi e non luoghi dell’arte, allora: sono paesaggi rarefatti, fantastici, quasi riemersi da un lontano passato, nei quali incamminarsi, perdersi, ritrovarsi; sono “scatti” rubati ad angoli urbani, o estratti da un racconto dove l’uomo è ancora solo nella natura; sono visualizzazioni di un essere in quel luogo e in quell’istante sulla terra, sono lettere e simboli di un alfabeto
postindustriale. Oppure sono paesaggi costruiti a furia di archetipi architettonici e paradossi urbanistici, o luoghi della memoria che si raddensano come miraggi postindustriali o epidermidi metropolitane; sono textures e trame architettoniche, oppure apparizioni che s’impongono nelle piazze, sorgono lungo aree di transito e di margine. Memori delle ricerche della Land-Art, delle “catalogazioni” fotografiche di paesaggi industriali, delle esperienze del concettuale degli anni Settanta, le opere di questa sezione dichiarano che il concetto di spazio esiste solo se misurato e segnato dalla presenza dell’uomo; uno spazio che, con l’intervento dell’artista, può acquisire connotazioni e significati; uno spazio che infine può ancora negare il reale, transitando nella perfezione impossibile dell’utopia.

Ilaria Bignotti

 

 

 Places and non-places of art

 

Bewildered visitors in post-urban paradises, beings wandering in hybrid metropolises, children of a liquid modernity; the artists in this section present works that look at art as an analysis of the concept of place: utopia/non-place, desert/territory, architecture/nature, continent/archipelago are just some of the two-way parallels the artists explore. Marc Augé, George Perec, and Zygmunt Bauman are the intellectuals mostly named and “mastered” by many of the selected artists, and this fact demonstrates their need and will to understand the reality of our present. Places and non-places of art include rarefied, fantastical landscapes, nearly re-emerged from their far away past. They are places where you can set out from, lose and find yourself again and again. They are “shots” stolen from urban spots or taken from stories where people are still just in nature. They are visualisations of the fact of being precisely in that place and in that moment on Earth, they are letters and symbols
of a post industrial alphabet. They can also be landscapes constructed by means of architectural archetypes and urban paradoxes, or they can be places of the memory that get thicker like post-industrial mirages or metropolitan epidermises. These places or non-places are architectural textures and wefts, apparitions that stand out on the city squares, or rise up in transit and marginal areas. The works in this section remind us of Land-Art, of the photographic ”cataloguing” of industrial landscapes and of the experiences of Conceptual art in the 1970s and they declare that the concept of space exists only if it is controlled and marked by the presence of people. They are spaces that, through the artists’ interventions, can take on connotations and meanings; they are also spaces that can even deny what is real, while transiting towards the impossible perfection of utopia.

Ilaria Bignotti

 

Cfr. https://issuu.com/www.arteingenua.com/docs/impatto_arte__luogo_relazioni

 

Ilaria Bignotti, nata a Brescia nel gennaio 1979, è Dottore di ricerca in Teorie e Storia delle Arti, storico dell’arte, critico e curatore indipendente.

vedi sito: https://www.ilariabignotti.com/

 



I commenti sono chiusi.